Servizi alle Imprese

Da oltre 35 anni nel mondo della carta stampata

“ho avuto la fortuna di fare esperienze con tutte le singole parti della filiera del libro, dal rapporto con gli autori, alla composizione, alla correzione di bozze e per finire con stampa vera e propria, sporcandomi con gli inchiostri ed imparando ad apprezzare il profumo della carta stampata. Tutto ciò mi ha permesso di acquisire quell’esperienza che mi fa vivere l’esperienza editoriale come una continua sfida, con un occhio al bello del passato e lo sguardo al futuro di questo splendido mestiere”

Negli ultimi dieci anni

molto è cambiato nell’industria culturale mondiale e nazionale

Molto nel lavoro editoriale. Moltissimo cambierà nei prossimi anni. Un Piccolo Editore che voglia continuare a vivere del proprio lavoro e che abbia l’ambizione di ritagliarsi uno spazio nel mondo sempre più frammentato dell’Editoria credo che dovrebbe tenere presente alcune cose:

  • Investire sulla sui titoli longevi che non si esauriscono nel giro di una stagione, perché il catalogo non è solo la spina dorsale di una casa editrice, ma anche il suo vero capitale;
  • Essere “Visionari”. Perseverare nelle proprie persuasioni, anche se passano per follie.
  • Mantenere viva e costante la comunicazione con tutti gli attori della filiera del libro (redattori, grafici, autori, librai, stampatori) non considerarli a vario titolo solo come fornitori ma dei veri e propri partner;
  • Fare libri fisicamente ben riconoscibili, che i lettori fidelizzati possano “trovare alla svelta”;
  • Mantenere rapporti con il proprio territorio coltivando il contesto pubblicando saggi sulla storia, libri di cucina, guide;
  • Mantenere prezzi adeguati per i libri che si vendono bene, non disdegnando di “inventarsi” titoli di successo né di ripubblicare vecchi titoli in una nuova veste, poiché “tutto è nuovo per i lettori giovani” e finanziare coi profitti extra i decisivi progetti in perdita;
  • Coltivare con cura, precisione e professionalità ogni pubblicazione, come un grande editore, spesso, non può permettersi di fare;
  • Perseguire una crescita moderata ma continua, commisurata alle proprie forze, concentrandosi sulla buona riuscita della maggior parte dei titoli in catalogo senza concentrare l’attenzione su un solo libro, oscurando gli altri.

Questo mio modo di vedere l’editoria, affonda le sue radici nel mio vissuto in questo ambito. In questo momento particolare potrebbe essere tacciato come “obsoleto”, forse finanche “vecchio”, io invece ritegno che il mestiere dell’Editore sia un qualche cosa di “Antico” e come tale “nobile”, certo non si può non pensare che siamo nel 2024 e che viviamo in un tempo in cui la velocità la fa da padrone, bisogna per questo essere disposti ad andare alla scoperta di nuove modalità e nuovi “mondi” ma non dobbiamo neppure scordarci che potremmo riscoprire anche vecchie “lande dimenticate” non avendo paura della più classica esperienze umane: lo shock di ciò che non si conosce.

“Per il futuro prossimo credo che dovremo pensare non solo ad una politica editoriale, ma anche e soprattutto ad un preciso approccio alla vita, un’altra visione del mondo e della cultura in particolare. Scegliendo ed investendo in Autori da pubblicare che non esauriscano la loro “vita” in un unico titolo. I titoli da pubblicare devono rispondere a precise caratteristiche armoniche, ogni titolo deve dialogare con gli altri e bisogna avere il coraggio di rifiutare quei titoli che esulano dal progetto che si è deciso di realizzare.”

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